Ciao!
Ciao!
Ricordi la traccia gialla
— ponte del nostro fiume —
dove contammo residui di bottiglie
e gli strani relitti del suo dorso
parlando di uccelli morti e pesci castigati senza colpa?
Io guardavo sul greto
i cellòfane sospesi ai rami
e sventolanti al vento
come gli assurdi fazzoletti di un addio
Mi cercavi un lenimento
in quella fredda mattina
che il sole non vinceva
Ho ancora
i filari in cammino preda della rugiada
dimessi ma pronti nell’attesa:
mi appoggiavo alla loro favola
dicendomi che sarei rinato
ma eri tu
il gran sostegno
— profumo di viola e riso maturo —
con cui cercavo di evitare l’affanno
di una bocca viva
che ancora troppo desideravo:
rivedo il tuo seno sostenuto dal respiro
e mi chiedo quanto le tue coscie
fossero disponibili
Hai preso un posto considerevole
in ogni musica cullante
che ora ascolto
mentre mangio distrattamente
Il sacchettino dei tuoi regali
nella piazza più bella
fa parte del suo cielo;
il muschio
spesso
ne copre
la memoria
ma già ogni Natale lo sconfigge
e ora ne osservo il contenuto
come un dono rinnovato
E
non posso fare a meno di pensare
mentre la calma si fa desiderio
se ti avrei offeso
o quanto le tue coscie sarebbero state disponibili