LATO A
SONG FOR ZEBRA
BALLATA DI MAGGIO
GIRA MONDO GIRA
AHI AHI AHI
LATO B
IN MEMORIA DELLA SACRA FAMIGLIA
GIUDA AVEVA
ANDIRA SANDIRA
Song for “ZEBRA”
For you mia cara “Zebra” questa mia canzone;
l’ho un po’ rapinata da un certo signore
ma credo che a te in fondo non è che importerà:
mi prendo quindi questa libertà
Per dirti allegramente come quel nostro incontro
di quanto tu sei stata così grande che non sai
e io così abbacchiato mi son detto “ In verità
col tempo tutto passa e se ne va ”
Fiori di carta su tutta la terra:
chi non è in guerra alzi la mano
Dammi la mano balliamo insieme:
lascia che il tempo scivoli via… via…
Ballata di maggio
Ballata di maggio le rose sono tutte in fiore
forza diamoci tutti da fare ch’è il tempo dell’amore:
finalmente la tipa che avevamo aspettato tanto
cancellando ogni nostro pianto ci regala il suo sorriso
Ballata di giugno di giugno moglie mia io non ti conosco:
i primi tempi per ogni mio fiasco pregavi per la vita mia
Adesso mi urli “Tonto per andare sempre avanti
basta fregarsene di tutti quanti e pace e bene e così sia!”
Ballata d’autunno: i figli sono ben pasciuti:
devi pure allevarli bene anche se son dei farabutti
E’ inutile urlargli che mi son sacrificato tanto
e gli ho dato ogni mio sentimento: quelli ci sputano contro
Ballata d’inverno il gelo mi mangia le ossa;
mia moglie -questo per fortuna- sta ben calda in una fossa
Io qui solitario nella casa vuota e del silenzio
-neanche un figlio che mi vuole accanto- me ne sto rendendo conto…
Eppure ricordo con la speranza e le rose in fiore
ero il primo a cantare forte: viva il tempo dell’amore
forza è il tempo dell’amore; bene è il tempo dell’amor…
Gira mondo gira
Gira mondo gira senza faccia e né pudore
delle fregature amare che offri tu alla gente
che illudi di piacere e di belle parole
velandogli il terrore di un tramonto che non vale
Gira gira mondo gira e vai sempre più via
Quella vecchia sulle spalle porta un peso che fa male;
l’abitudine di sempre ha spezzato le paure
e gli sguardi della gente gli scivolano addosso:
da tempo non fa parte di questa strada
Gira gira mondo gira e vai vai sempre via
Ragazzine a sedici anni sono già sfatte signore:
i giochi dell’amore li han gustati proprio bene
e se guardi in fondo agli occhi la noia le ha sorprese:
per la casa che bramavano ne pagano le spese…
Gira gira mondo gira e vai vai sempre più via
Una vedova in lustrini fiuta attenta per la strada
qualcuno che rimpiazzi la sua pedana vuota
e l’amante dolcemente le allunga una carezza
non capendo ancora ch’è già tradita
Gira gira mondo gira e vai ancora più via
Un vento soffia forte e del lago infrange il pelo
versando nei miei occhi frammenti di cristallo;
ed è lo stesso vento che mia ha portato via:
la giusta voglia che hai di vivere
Ed è lo stesso vento che ha chiuso nelle case
i vecchi e i timorosi che cercano riparo
e lei che io volevo farne una regina
e oggi accanto al fuoco aspetta il suo “padrone”:
da tempo come amore ha i suoi bambini…
si da tempo come amore ha i suoi bambini
Gira gira mondo gira: malinconico che fà;
gira gira mondo gira: malinconico che dà…
AHI AHI AHI
Ahi ahi ahi; ancu mi fale’ gai si chusta no la conto:
ehi ehi ehi, Zizzu n’de riiada chi Zuanne fi’ corrudu.
Uhi uih uih: unu die sa muzzere andende a frenugare
sutta e unu carzone ada agattau unu trastu pius tostu ‘e su frenugu:
ehi ehi ahi!
Uhi uhi uhi, baida una fizza de fagher coiuare
su babbu sustenia’ chi Bore li piaghiada ca tenia’ medas tancas;
ma Domiana ischia’ chi no li funzionaiada bene sa terza anca
e l’ha na’u chiaramente: “Tottu su chi tenese no balede in su lettu.
Ehi ehi, no: fizza mia no ti la dò!”
Uhi uhi uhi, cussa mama ‘ona fi’ devota e su Signore
e s’arraiolaida pro tottu cussas feminas de mannas peccadoras
chi chena irgonza e prantu ch’in sa matta unfrada s’andaiana a coiuare.
Ma unu die su fizzu n’dada ingraidada una propiu dae sas suoras:
ehi ehi ohi: l’ada unfrada chei coccoi!
Uhi uhi uhi. Si cherides bon de conto de tottu’ sos presentes;
dei su falegname sa mastra su becchinu e de onzi professore.
Ehi ehi ehi ca in custa bella idda segretu no bind’ ada:
forza chie lu cherede mi narede su numene ca tenzo tottu in mente:
ehi ehi ahi.
Coro – Ancu ti faler gai!!
-Itte es’ chi sezzis nende!??
Coro – Chi zocche’ si no crepas'; si no crepas chi ti falese
e poi chi ti n’de leene e ti fattana impiccare
ch’in tottu cussa zente bona solu a faeddare…
– Ahi ahi ahi: chi bor faledes gai.
Coro – Itt’est chi sese nende?
– Bor potana crepare.
Coro – E a tie chi ti zocchene!
-E a boisi chi bo’n ‘de leene e bor fattana impiccare
ch’in tottu cussa tzente bon’a pisigulare;
ma intro e domo sua es’ tottu un’iscuntentu
chi pansana chi no l’ischini ma l’ischin’ tottu cantos:
ahi ahi ahi aih aih uhi uhi uhi ohi oih oih ehi
ehi ehi, eh… eh eh eh ….
In memoria della sacra famiglia
Quattro accordi di chitarra -l’armonica è il lamento-
che piange sulla vita mia che piange sulla vita tua
Mia nonna ha un male nel cervello
fra qualche giorno credo che andrà via
e ieri cantava così bene cantava proprio bene
E quella voglia che ho di dire io l’ho presa dalla bocca sua
l’ho presa dalla bocca sua:
vivi il mondo che va via aggrappato alla sua coda
che la groppa è troppo liscia per poterlo cavalcare;
ogni piccola occasione falla tua:
tutti i giorni son diversi e la vita è sempre uguale
e la vita la vita la vita è sempre uguale
E mio zio non riesce a capire dov’è finita
la sua Africa sognata la sua Africa infinita
E l’aveva stretta proprio forte per non lasciarsela scappare;
ma la guerra l’ha portato via… l’ha trascinato via
e oggi misura la bilancia ma l’ammanco è troppo grave
e ripete “Italia mia: povera Italia”
E quella stupida di mia madre (poi mio padre la seguì)
che se n’era voluta andare senza avere una valigia piena
di ricordi da raccontare; mia sorella poi l’ho sempre ferita
per non averla mai voluta ma 15 anni sono troppo tempo
per vederla la prima volta per poterle un po’ parlare
E la mia vita in certi posti poi non stata una signora
non è mai stata una signora…
Scusa scusa amica mia la mia mano audace
ma d’altronde ne sono felice; credo almeno di esserne felice
E non mi dire un’altra volta faccio male: i tuoi discorsi non voglio sentire
di una donna non voglio sapere; né di te né della vita mia
Né di me né della vita tua….della vita tua…
e della vita mia…
Giuda aveva
Quel profeta aveva strane idee:
parlava in una lingua mai sentita non conosciuta mai
di umiltà di pace d’amore di assurdo perdono
Eppure la gente lo seguiva:
divennero le gocce di un fiume che cercano il suo mare;
d’altronde i suoi giochi di prestigio facevano piacere
Giuda aveva il senso degli affari;
capì quella potenza un po’ anormale e stregone o vero figlio di Dio
si poteva utilizzare; si si utilizzare
Così lui si unì alla comitiva
ma senza prestare troppo orecchio a quell’uomo originale
e se questi gli parlava di perdono lui pensava già all’azione
Gli disse “Signore del tuo mondo
le armate che hai lasciato nel tuo Regno dovresti far venire
e in un giorno o poco meno metteremo a punto la questione”
Giuda aveva il senso degli affari
e in lampo capì la situazione per questo soggiunse
“Se potere vorrai combattere dovrai; si si tu dovrai”
Ma quel tipo nemmeno lo seguiva
gli fece strano giochi di parole: parabole cretine
con quella idee balorde di cercare le strade del cuore
E Giuda visto che l’affare gli sfuggiva
davanti a tanta ostinazione premette un po’ la mano
e conoscendo i giochi del potere gli disse un po’ più piano
“Rendo noto che scribi e farisei
preparano la tua distruzione: siamo pronti con le armi e il tuo potere
a dargli una lezione. Una solenne lezione!”
Ma accidenti che tipo speciale:
davanti alla pesante affermazione nemmeno si scompose
e continuò tranquillo a impartire la sua assurda lezione
E Giuda visto che non l’avrebbe convinto mai
decise di cambiare prospettiva e campo d’azione
e proprio in quel momento Gesù disse “Tu mi tradirai”.
Ma Giuda aveva il senso degli affari
e non si fece troppo impressionare: il mercato sull’agnello fu fissato
in trenta danari. Trenta danari
Ma d’altronde non era poi così così cattivo
visto che la sua coscienza in fondo in fondo lo fece tremare
e sapendo la sorte di quel cristo si andò ad impiccare
E son passati ormai duemila anni
mille giuda hanno coperto questa terra nel nome del Signore
e se spulci bene fra questi anni avrai una deduzione:
che Giuda aveva si il senso degli affari ma
mancava di organizzazione: quella invece fatta sull’Agnello
è davvero un’occasione; un’ottima occasione
Giuda aveva in fondo in fondo un cuore;
oggi mille giuda stanno tradendo ma spero capirai
che questi perlomeno son più seri e non si impiccheranno mai
No; proprio mai
ANDIRA SANDIRA
Itte bellu su Ballu Currende
lu ballan tottu ch’in felitzidade;
deo inoghe chi lu so annottende
-tantu no l’appo a imparare mai-
appo detzisu de n’de fagher’ unu
chi pro cantare t’ada a fagher gai:
andira sandira andira
andira sandira andà
andira sandira andira
andiri diri diri dà
Itte bella cussa piciocchedda;
como li pedo si l’ischi ballare:
in ‘d’onzi modu bi l’appo a imparare
isperende chi si fide’ meda…
in ‘d’onzi modu bi l’appo a imparare
isperende chi si fidet meda!
Andira sandira andira
andira sandira andà
andira sandira andira
andiri diri diri dà
De tzertu non de ‘ale meda
ma assunessi m’appo a divertire
ch’ ena istare ad ascurtare meda
tottu sa tzente chi’ n’ de cherede ischire;
pro sa tzente chi’n’de nara’ male
che lor’ mando tottu a si zoccare:
pro sa tzente chi’n’ de narada male
che lor’ mando tottu a si zoccare!
-Zoccadu ettotu chi siasa!!-….
-Andira sandira andira
andira sandira andà;
andira sandira andira
andiri diri diri dà!!!-