Così in una tersa giornata oltre la ringhiera
scopro i bambini in giardino nel loro primo giorno di scuola:
che incontenibili strida di uccelli che cinguettio; che giostra di colori
sotto l'occhio vigile delle maestre!
Altri passanti li osservano con un sorriso o un indecifrabile pensiero
e un vecchietto talmente male in arnese da non avere nemmeno un nipote
li chiama e poi inascoltato fischia supplicando da qualcuno un po' d'attenzione
Erano spariti per tutta l'estate; partiti per luoghi sconosciuti:
case in affitto colonie o nell'impossibilità di alberghi da parenti lontani
Più spesso costretti al riparo delle proprie case
prigionieri in anguste stanzette
da soli nella solitudine di un game-boy o una play-station
In compagnia di mamma tv e papà computer fra genitori indaffarati o stanchi
con troppe ragioni per non portarli dove il gioco diventa grido
la corsa sudore e l'erba che dipinge gli abiti;
con la gioia che vapora sulle gote
mentre urlano al cielo
il nome dei loro compagni
Felici di ritrovarsi ripetono il gioco più semplice e antico che per tutta la vita ripeteranno:
rincorrersi perdutamente; prendersi e lasciarsi e poi ridere fino a non poterne dire;
liberarsi con foga da una stretta che li rende prigionieri
o abbandonarsi vinti fra braccia più forti
A due a due
a tre a tre
o in piccoli gruppi sparsi col sole che benedice questo primo giorno
in cui alcune bimbe in disparte si svelano i loro ultimi segreti
Come altri bimbi perduti o dimenticati; bimbi ora cresciuti che vidi in altre stagioni
in città ormai straniere...