Ho letto da qualche parte 
che un poeta quando scrive 
deve sentirsi in pace col mondo 
E probabilmente dev'essere vero 
se dopo la rabbia  l'odio il furore; 
il troppo clamore che agita il mio sangue   
c'è un momento; un momento improvviso e insopprimibile 
in cui sopraggiunge l'Angelo 
			               L'Angelo a sfiorare le acque; 
toccarla fino a farla increspare come i gironi del paradiso 
e allora la mia anima lievita fino a salire verso la somma vetta della compassione: 
venite genti tutte; il mio amore è cieco verso i miei e i vostri peccati 
tanto da riuscire ad abbracciare il puro e il dannato 
il vincente e il perdente il violento e il mansueto 
il saggio e lo stolto; 
l'eretico il fanatico e il santo perché solo adesso sento 
che siamo un'unica parte indivisibile del tutto:  
miseria e splendore del mondo