Scossa dall’asma
Scossa dall’asma
la campagna in brividi
respira bianchi aliti;
un cuore tossisce
sotto il suo verde cappotto
che stringe benvolentieri
Qui sul nostro treno
— uno dei tanti —
osservo comporsi e scomporsi
antichi quadri
in milioni di prospettive:
osservassi allo stesso modo
con l’occhio obliquo del distacco
la vita!
E invece
la mia schiena che racchiude
la curva della canoa
e le mie reni suoi possenti fianchi
troppo a lungo non vinceranno le correnti
votate a coinvolgerci
Sul mio costato
una falla perde vita e più non so
se riuscirò a varcare lontane porte
divelgere duri chiavistelli
Dormi serena
sulla spalla che ti offro:
del tuo destino mi faccio carico
e tu del mio:
mi ricordi
quel vecchio pupazzetto
a cui davo pensieri
— tu carica di sogni e di parole —
ora che serena dormi
cullata dal treno
La nostra prossima Stazione
la immagino come un segno
ancorato nella nebbia
che il mio occhio miope
non riesce a comporre bene:
di quale catasta di traversine
faremo parte?
Di quelle che aspettano il loro uso
o di quelle già in disuso
pronte come legna da ardere?