Sull’eterna soglia
Il suo cuore divenne un tubero disseccato
e costole come canne dove il vento
non passava mai
Prima delle radio
il canto era comunanza per molti uomini
e felicità e fermento
ma questo non lo fu più per lui
forse da dopo la guerra: pane con troppo fiele
in una terra priva di sale
Ora che sull’Eterna Soglia cammina
ignorandone la reale distanza
ogni mattina canta con parole antiche
le afflizioni quotidiane della moltitudine
e nel tono della voce
la bellezza di Dio che si discioglie;
quella eterna che si rinnova;
lo scorrere esausto degli orologi
e la nitidezza degli eventi
che forse avrebbe potuto sovvertire
con qualche audace colpo di mano
La sera
si aggruma sulle sopraciglia nell’attesa di un nuovo giorno:
qualcuno rimane stupito
della sua bella voce